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Classe 1970, una moglie, tre figli. Molte esperienze di lavoro in tanti settori, diverse mansioni, molteplici ambienti, mille, diecimila persone conosciute, un solo chiodo fisso: la fotografia.
Catturare in un'immagine l'atmosfera, le emozioni, i sentimenti di una scena di vita.
Poi guardi e riguardi quella immagine e dentro di te rivivi gli attimi in cui è stata creata, provi ancora quelle emozioni, quei sentimenti. E così ogni volta che ti capita in mano.
Sì, la fotografia è indubbiamente il più grande mezzo per comunicare stati d'animo.
Ma, ahimé, è anche molto, molto, molto costosa e, sapete com'è, "tengo famiglia".
La mia modestissima Zenit-E, fabbricazione russa, 58 f/2 a bordo limita fortemente il modo in cui vorrei esprimermi.
Così, a cavallo del millennio, cerco di buttarmi nella più economica filmografia e l'unica cosa certa cui sono andato in contro è stata l'acquisto della videocamera. Usata pochissimo i primi tempi, spinto dall'entusiasmo della
 
 
novità, è poi finita in soffitta insieme alle due o tre produzioni realizzate.
Mia moglie si accorge che qualcosa non funziona. Mi regala una splendida reflex a pellicola, con un discreto numero di funzioni, una modesta ma versatile ottica zoom 28-100 che allarga le mie possibilità di scatto. E' l'inizio della fine, di quella meravigliosa fine che ho fatto cadendo definitivamente nel mondo della fotografia.
Cerco di immortalare quasi tutto, alla ricerca di uno stile che non vuole emergere.
Nel 2003 devo effettuare un servizio per un cliente, così amplio il corredo con un paio di obiettivi quasi professionali ed un flash un po' più potente di quello della macchina.
Le foto sono belle e mi convinco sempre più che posso farcela.
Continuo a ricercare uno stile.
Nel 2005 la svolta. Nella mia occupazione di allora, occorrevano le foto dei prodotti che avremo venduto sul web, calze e collant, oltre alle foto rappresentative delle linee e dell'immagine aziendale. Detto fatto, mi procuro tutta l'attrezzatura, due reflex digitali, qualche ottica, flash professionali, pannelli riflettenti, esposimetro, ecc.
Effettuo il casting delle modelle, contatto una truccatrice, una stylist, si decide il giorno e... fuoco.
Nonostante sia la prima volta in questo settore, il risultato è notevole. L'eccitazione sale, è fatta, possiamo continuare.
Da allora non ho smesso un attimo di pensare alla fotografia, a tutti i vari generi in cui questa forma d'arte si sviluppa.
Continuo a ricercare uno stile.
Leggo molti libri e riviste, qualche scatto ogni tanto per acquisire e fare proprie le diverse tecniche e per aumentare il portfolio, però il portafogli si alleggerisce.
Non importa, ciò che conta è che sono felice quando fotografo. Mi rattristo un po' quando ripongo l'attrezzatura, poi penso: "quando rivedrò le foto, sarò ancora con la mente in questo posto, rivivrò queste emozioni" e la malinconia se ne va.
Sto ancora ricercando uno stile.

E il naufragar m'è dolce in questo mare. (da "L'infinito" di Giacomo Leopardi)

 
Joe Cocker in concerto a Mantova - 2007
Fotografia 1000Naria 2017